Magenta Hotel - Guida Turistica

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 Magenta è un comune di 22.839 abitanti della provincia di Milano. L'origine dell'abitato va probabilmente fatta risalire al V secolo a.C., quando alcuni gruppi di Galli Insubri trovarono sede a Magenta, luogo strategico di confine sul Ticino. Il territorio venne raggiunto dai Romani nel 222 a.C. e Magenta si trovò ad essere l'ultima località abitata prima dell'attraversamento del fiume lungo la via consolare "ad Vercellas", in prossimità del "vadum Tercantinum". In epoca romana assunse il nome di "Castra Maxentia", accampamento di Massenzio. La dominazione romana è avvalorata, anche oggi, dalla presenza di una "via Pretorio" e da una necropoli, con manufatti di epoca romana, rinvenuta poco distante. Sul finire del periodo romano tutta la zona adiacente al Ticino venne rinforzata a protezione del confine che, dopo la divisione compiuta da Diocleziano, venne tracciato poco lontano dal milanese. L'ipotesi più probabile sull'origine del toponimo Magenta lo fa derivare dalla corruzione del termine latino "mansio", ovvero piazza di sosta lungo la via consolare dove soldati, pellegrini, mercanti o chiunque avesse voluto poteva sostare e rifocillarsi prima di guadare il Ticino. Con le invasioni barbariche andarono in disuso le abituali vie di comunicazione ed il piccolo villaggio risentì, come tutta la regione, dell'affievolirsi dei commerci. Magenta ebbe il suo centro religioso nella "curtis" longobarda di Corbetta, che svolse un compito di coesione verso i "vici" circostanti.
  Col decimo secolo sul contado milanese si affermò la signoria degli arcivescovi, che a seguito dell'invasione degli Ungari diedero ai privati possessori di benefici e feudi il diritto di incastellare. Di un probabile castello magentino non è tuttavia rimasta traccia e solo alcune testimonianze successive farebbero pensare all'esistenza, nella parte centrale dell'abitato, di una serie di edifici fortificati, circondati da un ampio fossato che diede origine, nei secoli seguenti, alla piazza centrale. Nei decenni di inizio millennio Magenta seguì gli avvenimenti che coinvolsero il capoluogo milanese, fino allo scontro con l'imperatore tedesco nel 1162, quando il Barbarossa, per intralciare la rinascita economica del comune ribelle, pensò di devastare la zona agricola intorno a Milano. Magenta, con le sue abitazioni prevalentemente in legno, venne rasa al suolo e saccheggiata. Stessa sorte toccò nel 1356 al ricostruito villaggio, quando l'esercito della coalizione antiviscontea mise a ferro e fuoco il borgo, carente di difese e ricco di vettovaglie. Nel frattempo, precisamente nel 1310, Magenta aveva avuto l'onore di ospitare tra le sue case l'imperatore Arrigo VII, bloccato nel suo trasferimento verso Milano da una forte nevicata (come ricorda un affresco del 1894 del pittore Giacomo Campi dipinto sulla volta del locale Teatro Lirico); grato dell'ospitalità accordata, innalzò il luogo alla dignità di borgo, con privilegio quindi di tenere un presidio armato e di istituire un mercato, che dal 1410 si cominciò a svolgere, con esenzione dai dazi, ogni giovedì.
  Nel 1396 Gian Galeazzo Visconti donò numerosi territori magentini ai monaci della Certosa di Pavia e a quell'epoca può quindi essere datato l'inizio della coltivazione intensiva delle campagne, in particolare della zona irrigata con acqua proveniente dai fontanili e situata nella vallata che dal Naviglio Grande scende verso il Ticino. Passata dai Visconti agli Sforza e da questi al Re di Spagna Carlo V, Magenta venne concessa in feudo nel 1619, a titolo gratuito per remunerazione di servigi prestati, al conte Luigi Melzi; in precedenza, nel 1572, un tentativo di vendita dei diritti feudali su Magenta al giureconsulto Guido Cusani non aveva avuto buon esito. Nel corso del Seicento è da segnalare il luttuoso episodio della peste che imperversò su Milano e sul contado negli anni 1630 e 1631; anche a Magenta si ebbero vittime e non si andò immuni dalla superstizione che additava in alcuni untori i responsabili del contagio. Prima della fine dell'Ottocento Magenta vide funzionare l'ospedale civico, eretto grazie alla generosità dei benefattori locali Giovanni Giacobbe e Giuseppe Fornaroli, a cui l'istituto venne poi intitolato. Cresciuta sempre più nel suo ruolo di centro economico della zona, Magenta venne scelta come sede di numerosi stabilimenti industriali, il maggiore dei quali fu la Saffa, e di botteghe artigiane, tra cui quella dei famosi organai Prestinari. Nel 1910, nel sesto centenario del conferimento del titolo di Borgo, Magenta chiese di potersi fregiare del rango di città, ritenendo di meritarlo per i ricorsi storici e la funzione economica svolta; in quell'occasione non l'ebbe, ma l'ambito riconoscimento giunse nel 1947, con decreto del capo dello Stato Enrico De Nicola.